All’indomani della clamorosa e netta vittoria del candidato repubblicano Donald Trump sulla democratica Hillary Clinton, le reazioni provenienti da ogni parte del mondo sono state le più disparate e ogni leader politico non ha perso l’occasione per esprimersi su questa controversa figura che ha stregato l’America. Le opinioni di maggiore delusione sono arrivate, per motivi forse immaginabili, dal Messico: il Paese che il miliardario texano ha promesso, infatti, di isolare costruendo un muro al confine con gli Stati Uniti per impedire sia il passaggio in entrata che in uscita. «Ovviamente il Messico non pagherà per il suo maledetto muro» ha dichiarato l’ex presidente Vicente Fox, che ha poi aggiunto: «se gli venisse veramente in mente di costruire il suo muro, scoprirà che noi messicani siamo come i nostri peperoncini: piccoli, ma piccanti».
Dall’Europa, invece, le reazioni sono state più moderate, benché la maggioranza dei leader del vecchio continente appoggiasse in maniera più o meno aperta la candidata democratica. Dai vertici UE è arrivata una lettera congiunta a nome del Presidente del Consiglio e della Commissione Europea, Donald Tusk e Jen Claude Juncker, che riportava anche queste parole: «Oggi è più importante che mai rafforzare le relazioni transatlantiche. Non dovremmo risparmiare alcuno sforzo per assicurare che i legami tra noi restino forti e duraturi». I due leader di Bruxelles hanno poi invitato il nuovo Presidente americano a visitare al più presto l’Europa per un summit, così da ipotizzare sin da subito un rapporto di stretta collaborazione che ha contraddistinto l’intesa costruita con il Presidente uscente Barack Obama.
Gli umori dell’altra grande potenza mondiale, la Russia, sono stati invece contrassegnati dall’ottimismo. Nel corso di questi mesi di campagna elettorale, infatti, Donald Trump non era mai stato avido di miele nei confronti del capo di Stato Vladimir Putin, definito un esempio di autorevolezza e competenza politica. Il leader del Cremlino, appresa la notizia della vittoria elettorale, ha subito fatto le proprie congratulazioni all’esponente repubblicano, auspicando che gli ormai deteriorati rapporti USA-Russia possano essere ricuciti, segnando così un cambiamento storico.
Al di là delle tendenze diplomatiche dei personaggi politici sopracitati, l’interesse prioritario delle maggiori potenze economiche è di trovare il prima possiile un equilibrio pacifico con il nuovo inquilino della White House, la cui amministrazione del Paese più potente del mondo potrebbe segnare un momento senza precedenti. Il sentimento di preoccupazione generato dall’imprevedibilità di Trump è indubbiamente la causa del crollo dei mercati esteri nella giornata di ieri e del linciaggio mediatico della stampa mondiale verso il vincitore delle presidenziali americane. Per capita chi ha rations non resta che attendere i primi esiti di questa nuova avventura di governo made in USA.
Francesco Laneri
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