Spesso quando si discute di letteratura si è soliti associarla all’immaginario del viaggio. La lettura, infatti, ha il potere di trasportare chi legge oltre gli spazi fisici e temporali com’è risaputo, ma se fossero i libri stessi ad intraprendere nuovi viaggi alla ricerca dei lettori più appassionati ma, specialmente, alla conquista di nuove menti? Il BookCrossing da più di un decennio assolve questa funzione: diffondere l’amore per la lettura in tutto il pianeta; anche in Italia, seppure in ritardo rispetto agli altri paesi, da pochi anni va diffondendosi la moda del libro “abbandonato”.
Stabiliamo, innanzitutto, di cosa si tratta. Il termine “BookCrossing” derivante dall’unione delle parole book (libro) e crossing (incrocio), consiste nell’”abbandonare” i libri ovunque si voglia: dagli spazi aperti come i parchi cittadini a quelli chiusi come le metropolitane. In questo modo chiunque lo desideri è libero di raccoglierlo, leggerlo ed eventualmente ri-abbandonarlo, creando così una catena di lettori sempre più lunga, diffondendo lo spirito della lettura. Inizialmente i volumi, lasciati liberi di viaggiare per il mondo, venivano catalogati attraverso un codice unico, cosicché era sempre possibile risalire alla loro posizione geografica o ricostruire il percorso da essi compiuto. Successivamente con il diffondersi dell’iniziativa, la pratica del BookCrossing è divenuta sempre più un fenomeno popolare e, di conseguenza, anche improvvisato. Non è importante risalire al percorso fatto da un libro, piuttosto conta la condivisione della cultura e la propagazione dell’amore per la lettura: questi gli unici punti saldi dell’iniziativa.
Con il passare del tempo, inoltre, all’interno delle città cominciano a crearsi dei punti di raccolta dei libri “itineranti”. I luoghi più impensabili diventano improvvisamente delle mini biblioteche all’aperto. Un delizioso esempio sono i BookTree in cui possiamo imbatterci passeggiando per le strade di Berlino, i quali sono dei veri e propri alberi al cui interno sono state ricavate delle piccole biblioteche all’aria aperta e a bassissimo impatto ambientale. Dalla piccola “biblio-sedia” del Minnesota, all’elegante cassetta delle lettere a Washington, dalla carriola del BookCrossing di Salò, alla BookCrossingBike (una bici che funge da biblioteca) brasiliana, ogni luogo diventa occasione per trasmettere e condividere la cultura.
Spopolano, in particolare, le bibliocabine telefoniche che diventano sempre più numerose e originali. In esse si mescolano il fascino delle librerie e delle vecchie cabine telefoniche le quali, con l’avvento dei cellulari, sono gradualmente in disuso nelle nostre città. Coniugando in sé anche l’arte del riciclo, le bibliocabine si moltiplicano sempre più nel mondo, anche in Italia. Al Parco Torresina, nei dintorni di Roma, per esempio, una vecchia cabina della Telecom è stata modificata e, grazie a una scaffalatura, trasformata in libreria all’aperto: i passanti potranno così godere della bellezza della natura mentre si gustano un bel libro preso dalla vicina bibliocabina. Al posto del libro preso dalla cabina, inoltre, sarà possibile lasciarne in cambio un altro, affinché ogni passante possa sempre approfittare di una gamma vasta di volumi.
Impossibile, infine, non citare un esempio di BookCrossing che riguarda la città etnea, infatti, pochi mesi fa è stata presentata ai cittadini catanesi l’iniziativa Autobooks che mira a “mettere in circolo” il maggior numero di libri possibile. Un vecchio autobus della società AMT, opportunamente restaurato, si fermerà in piazze, parchi, spiagge, portando con sé libri e cultura. Sull’autobus è possibile visionare la collezione dei volumi, ordinati e catalogati, prendere un libro e lasciarne in cambio un altro; sarà, tra l’altro, occasione per incontri e iniziative culturali.
A chi possa nutrire dei dubbi riguardo l’iniziativa Autobooks, i lettori potranno rispondere “abbandonando” un libro al parco, su un treno o alla stazione dei bus: proprio quelle persone che ritenevano inutile la lettura, magari, lo troveranno, raccoglieranno, leggeranno e infine lo abbandoneranno, finalmente consapevoli, però, citando Joseph Joubert che: «Non c’è niente di più bello di un libro, nel mondo».
Debora Guglielmino
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