Un nuovo progetto dal nome Arborvitae – Dall’Architettura Funeraria all’Architettura del Paesaggio lanciato dalle paesaggiste Cloe Berni, Livia Ducoli, Consuelo Fabriani e Maria Cristina Leonardi di A3Paesaggio, studio d’architettura del paesaggio, ha come tema la creazione di nuove tipologie di cimiteri, completamente “naturali” in quanto realizzati come grandi parchi all’interno della città. L’idea ha rivoluzionato la visione tradizionale del cimitero: nell’immaginario collettivo, il cimitero è certamente un luogo lugubre nel quale aleggia il ricordo di chi non c’è più, dove tutto sembra immobile e consacrato al tempo ed è inevitabile essere raggiunti dal pensiero della fine. A ciò si aggiunge l’antiestetica architettura di alcuni di essi, abbandonati e soggetti a divenire luoghi isolati preda di atti di vandalismo.
Se il progetto Arbovitae prendesse vita e divenisse una prassi comune, oltre al rinnovamento della tradizionale estetica dei cimiteri, si otterrebbe anche un miglioramente del paesaggio e del benessere delle città; nello specifico, infatti, l’idea è quella di interrare le ceneri, dopo la cremazione, in un’apposita urna biodegradabile e di disperderle nelle radici di un albero. Sarebbe dunque come se ogni defunto donasse un albero alla sua città e ai suoi cari, affidando il suo ricordo ad un simbolo di vita e rinascita, da sempre modello di serenità e saggezza in moltissime culture e religioni. Dunque, si darebbe anche un nuovo significato al concetto di cimitero, non più luogo dove tutto finisce, ma luogo della memoria dove tutto continua nel ciclo della natura.
Arborvitae, è uno studio di architettura del paesaggio volto alla divulgazione delle biodiversità e della sostenibilità ambientale, alla riqualificazione dell’ambiente urbano ormai spoglio del patrimonio arboreo, e il suo fine ultimo è la riqualificazione delle città attraverso la conversione delle aree degradate in cimiteri non convenzionali, nei quali l’architettura funeraria lascia il posto ad alberi dando vita a veri e propri boschi urbani. Il progetto paesaggistico-architettonico è scandito da percorsi, luoghi di sosta, aiuole e specchi d’acqua. Protetto da una recinzione vegetale, è un bosco-giardino suddiviso in lotti sui quali sarà sistemato un certo numero di alberi, pensato per i cittadini che sono chiamati a proteggerlo e rispettarlo. Ogni persona avrà la possibilità di scegliere tra le diverse specie arboree proposte quella verso cui si sentirà più attratta. L’urna per raccogliere le ceneri è biodegradabile (cartone 100%).
Il progetto ha, dunque, tutte le carte in regola per divenire un ottima soluzione per tamponare l’impoverimento del suolo nelle grandi città, dovuto alla sempre più scarsa vegetazione presente e migliorare la qualità della vita nelle città tramite una nuova concezione delle pratiche legate alla morte.
Lorena Peci
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